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GAP CASA - Tendenze per l'arredamento dal 1980​

La cucina al centro

Alessandra Parolini ha seguito con il suo studio Archimentelab la sistemazione di questo appartamento di 90 metri quadrati in Lombardia, che i committenti avevano acquistato a rustico dall’impresa di costruzioni. La pianta irregolare e alcuni desideri precisi dei proprietari – avere un piccolo ingresso, una cucina scura a vista, due bagni eleganti, una vasca freestanding, una vetrina vini e pavimento in parquet – sono stati i punti di partenza per un progetto che poi si è sviluppato accogliendo anche le proposte dell’architetto.

“L’elemento fondamentale della casa doveva essere la cucina. Per contraddistinguerla non bastava un colore scuro ma serviva il nero, intenso e compatto, e una geometria rigorosa; da qui è nato il prospetto simmetrico, accentuato anche dagli elettrodomestici (da una parte il forno, dall’altra la cantinetta vini) con un vano a contrasto in HPL effetto calacatta. Per ottimizzare l’effetto volumetrico abbiamo alzato i pensili che mantengono la stessa profondità delle colonne. Sul lato corto della cucina, la colonna ad angolo si apre dalla parte dell’ingresso e viene utilizzata come cappottiera e scarpiera”.

La cucina nera ha determinato anche la moodboard della casa. Tutto l’appartamento si basa sul contrasto tra bianco e nero con accenti di colore netti e caldi derivanti da diversi elementi, come il piumaggio delle piccole rondini sulla carta da parati, il terracotta della madia di San Giacomo e della nicchia della camera da letto ma soprattutto i quadri realizzati dal proprietario… continua.

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ERCO FINESTRE

Dialoghi di architettura: intervista con Giorgio Tartaro

In questo video ho avuto il privilegio di essere intervistata del famoso giornalista Giorgio Tartaro all’interno dello showroom di serramenti ERCO, che ci ha gentilmente ospitati.

Discutiamo di tre dei miei progetti architettonici più recenti, esplorando insieme le filosofie di design che guidano il mio lavoro. Un’occasione per condividere le mie visioni e approcci nella progettazione con un pubblico più ampio.

5 Stili per la Mansarda – il mio intervento

«Una vera e propria progettazione tridimensionale, ancor più che in altre situazioni, e lo studio dei vuoti risulta determinante per la buona riuscita di un progetto», racconta la Pro Alessandra Parolini. «L’organizzazione dello spazio verticale della mansarda influisce sulla gestione di ogni stanza della casa. Spesso occorre far realizzare mobili su misura in modo da attrezzare al meglio le diverse altezze delle pareti e ogni angolo nascosto.

Il mio consiglio è quello di assecondare l’andamento delle falde ed inserire gli ambienti più vissuti (zona living, cucina e camere) nella parte più alta e i locali di servizio (bagni, cabine armadio, lavanderie, ripostigli) nelle parti più basse.

Determinante poi è l’illuminazione naturale, da integrare con lucernari o abbaini dove possibile.

Anche l’illuminazione artificiale è importantissima, consiglio di utilizzare la luce indiretta per illuminare gli spazi in modo omogeneo ed evitare di creare zone d’ombra. Abat jour e luci a terra, invece, vi aiuteranno a creare un’atmosfera intima ed accogliente.

 

Il consiglio di stile:

«Nei miei progetti le travi del tetto le faccio sempre dipingere di bianco e per l’arredo punto su colori neutri e linee pulite, accostando tonalità vivaci di tessuti o accessori come cuscini, vasi, stampe alle pareti. In tal modo si avrà un ambiente dinamico senza eccessi cromatici».

 

Cosa Hanno Imparato i Pro di Houzz Dopo un Anno di Pandemia

“La forza della collaborazione digitale

Sebbene per molti fosse un modus operandi già consolidato, con le restrizioni correlate alla pandemia il lavoro a distanza ha preso una impennata. «Quest’anno di pandemia ha cambiato profondamente il mio modo di lavorare. Non in negativo a dire il vero: in generale sono sempre stata molto attratta dalla tecnologia, ma per pigrizia o per poco tempo disponibile l’ho sempre considerata a margine del mio lavoro. La pandemia invece mi ha costretto a usufruirne in modo assiduo e strutturato e ho scoperto un modo di lavorare più efficiente e più inclusivo rispetto alle mie aspettative», racconta l’architetta Alessandra Parolini di Archimentelab.”

Essendo impossibilitati a incontrare i clienti di persona, i professionisti hanno preferito le videochiamate alle telefonate, probabilmente per creare un legame quanto più possibile di vicinanza con i clienti e rassicurarli. «La conversione degli appuntamenti “fisici” con le videochiamate si è rivelata più semplice del previsto e l’ho vissuta sin da subito in modo naturale, apprezzando il grande risparmio tempo», spiega l’architetta Alessandra Parolini. Essendo impossibilitati a incontrare i clienti di persona, i professionisti hanno preferito le videochiamate alle telefonate, probabilmente per creare un legame quanto più possibile di vicinanza con i clienti e rassicurarli. «La conversione degli appuntamenti “fisici” con le videochiamate si è rivelata più semplice del previsto e l’ho vissuta sin da subito in modo naturale, apprezzando il grande risparmio tempo», spiega l’architetta Alessandra Parolini.

 

10 Architette Raccontano le Sfide delle Donne in Architettura

“Mi sono laureata in Architettura nel 1998 e ho lavorato in diversi studi professionali prima di aprire il mio. Ho sempre riscontrato rispetto nei miei confronti, ma sicuramente le maestranze erano prevenute verso di me. Sembrava per loro ovvio che, essendo donna, non potevo conoscere gli aspetti cantieristici del lavoro, specialmente quelli più tecnici. Sino a quando non ho aperto il mio studio non ho avuto la possibilità di incontrare direttamente i clienti e quando è capitato ero vista come “l’assistente” dell’architetto, perciò poco considerata. Credo tuttavia che non fosse un problema di genere ma di età e di esperienza.

Ho lavorato solo in studi piccoli, pertanto l’unica possibilità di carriera è stata l’apertura del mio studio e l’ho fatto, senza particolari impedimenti, ma con le difficoltà che ogni donna incontra, indipendentemente dal settore in cui esercita, ovvero conciliare il lavoro con la famiglia.”

 

Coronavirus e Ristrutturazioni: Cosa Fare coi Cantieri in Standby

“L’architetto Alessandra Parolini di Archimentelab spiega: «Ho dovuto sospendere mio malgrado una ristrutturazione a 15 giorni dalla fine. Sia l’impresa che i vari fornitori si erano fatti in quattro per rispettare la scadenza, anche perché i clienti avevano vincoli inderogabili, ma ora è tutto fermo. Mi spiace tanto per i miei clienti che avranno disguidi, per l’impresa che non potrà essere saldata e in generale per tutti, in quanto incorreranno in problemi economici. Ma la salute prima di tutto, forse siamo messi di fronte a riflessioni più importanti».”